Un ponte termico è una parte limitata dell’involucro edilizio dove la temperatura superficiale interna e la resistenza termica, altrove uniforme, cambiano in modo significativo per effetto di:
– combinazione di materiali a conduttività termica diversa (esempio tra pilastro in cemento armato e muro di tamponamento);
– differenze tra l’area della superficie disperdente sul lato interno e quella del lato esterno (per esempio in corrispondenza dei giunti tra parete e pavimento-soffitto-balcone o angoli della parete esterna);
– stratigrafie con materiali a spessori variabili (esempio gli spazi all’interno dei muri destinati ad essere utilizzati per ospitare gli impianti elettrici).
In altre parole il ponte termico è una discontinuità costruttiva che è presente in ogni edificio, ed è compito del progettista o consulente energetico cercare di eliminarli o ridurli il più possibile durante le fasi di costruzione o ristrutturazione.
I ponti termici causano un notevole dispendio, sia economico che energetico, e diminuiscono sensibilmente il comfort e la salubrità degli edifici. Infatti quando la temperatura superficiale interna di una parte di parete è inferiore di qualche grado rispetto alla temperatura dell’ambiente si avverte una sensazione di disagio in prossimità di tale superficie, disagio che si cerca di limitare innalzando i livelli di riscaldamento e provocando in tal modo un’ulteriore perdita di energia. Un’altra conseguenza molto comune della loro presenza è la condensazione superficiale (ad es. pensate ad una bottiglia di birra appena uscita dal frigo, dopo pochi minuti si formerà della condensa dovuta alla minor temperatura del vetro della bottiglia), che si manifesta quando un maggiore livello di umidità relativa degli ambienti interni si combina con una temperatura superficiale delle pareti più bassa del punto di rugiada (zona verde in figura) con conseguente formazione di muffe. Clicca QUI per un nostro artcolo sulle muffe.
Per calcolare l’entità del ponte termico si può utilizzare la norma UNI EN ISO 14683, che permette di calcolare i flussi termici attraverso metodi semplificati, in corrispondenza delle discontinuità tra gli elementi dell’edificio. Il risultato di questo calcolo è il valore di trasmittanza termica lineica Ψk (W/mK). Il valore di trasmittanza lineica “psi” vamoltiplicato per la lunghezza del ponte termico considerato per avere come risultato un valore di flusso termico espresso in (W/K).
La regola principale per evitare i ponti termici è quella di installare una coibentazione ottimale dell’edificio, che deve essere progettata nel dettaglio e, soprattutto, eseguita a regola d’arte; l’isolamento deve essere continuo, con particolare attenzione alle parti aggettanti (balconi) o ai punti di debolezza termica. Il cappotto termico è una soluzione molto valida per contrastare i ponti termici, infatti tra le caratteristiche principali dell’isolamento a cappotto termico troviamo: l’isolamento senza discontinuità dal freddo e dal caldo delle superfici degli edifici, protezione delle facciate dagli agenti atmosferici, permette interessanti e sensibili risparmi energetici, permette condizioni stazionarie termo-igrometriche dell’involucro e della struttura degli edifici, rende ottimali, confortevoli e igieniche le condizioni degli spazi abitativi e contribuisce sensibilmente alla riduzione delle immissioni inquinanti nell’atmosfera in quanto viene ridotto il fabbisogno energetico dell’edificio.
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2 pensieri su “Cosa è un ponte termico”